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SCOPRI COME CURARE LA CERVICALE CON I NOSTRI TRATTAMENTI: STOP AL DOLORE!

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Dall'infiammazione della cervicale alla scoliosi, dalla cifosi fino all'ernia, le patologie della colonna vertebrale possono avere complicazioni che peggiorano drasticamente il riposo, il benessere durante la giornata e la qualità della vita. Aequilibrium Centro Medical Fitness si impegna per realizzare percorsi mirati al trattamento delle cause come dei sintomi. Offriamo un contributo valido per migliorare la postura ed eliminare il fastidio più o meno acuto. Scopri come curare la cervicale con i nostri trattamenti. Lo staff di via Gramsci 19, a San Giovanni Suergiu è a tua disposizione per una prima consulenza.

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aPPROFONDIMENTI

SCOLIOSI

La scoliosi è una deviazione permanente della colonna vertebrale laterale e rotatoria che comporta gravi alterazioni funzionali ed estetiche. Si manifesta durante lo sviluppo staturale e termina il suo ciclo quando cessa l’attività delle cartilagini di accrescimento dei corpi vertebrali.


La classificazione delle scoliosi avviene con la valutazione di vari parametri quali:

  • L’età dell’insorgenza della malattia;
  • La sede della curva;
  • Il grado della curvatura;
  • L’età della malattia.

L'insorgere e l'evoluzione della malattia non è accompagnata da dolore ma bisogna fare attenzione alle diverse zone corporee per evitarne un riscontro tardivo. Le zone da controllare sono:

  • Slivellamento del parallelismo delle spalle, le creste iliache, delle scapole;
  • Nelle bambine differenza di volume e livello delle mammelle;

SCOLIOSI

  • Scoliosi

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    • Asimmetria dei triangoli della taglia;
    • Accenno o presenza di gibbo;
    • Incurvamento laterale del rachide.

    Le scoliosi idiopatiche (causa sconosciuta) rappresentano l'88% di tutte le scoliosi. Viene colpito dalla patologia prevalentemente il sesso femminile. Le scoliosi congenite (dalla nascita) sono sempre dovute a malformazioni. La scoliosi può interessare sia la colonna cervicale che quella dorsale e lombare è si manifesta con la formazione di una curva principale e due curve secondarie, una sopra ed una sottostante accompagnate  dalla rotazione del tratto vertebrale interessato dalla curvatura, deformità del torace denominata anche gibbo.


    Il trattamento fisioterapico è indicato per ridurre il dolore e le tensioni muscolari. Il trattamento degli atteggiamenti scoliotici consiste in ripetuti cicli di ginnastica e controlli posturali. Nelle scoliosi idiopatiche in fase iniziale un trattamento di chinesiterapia potrebbe essere sufficiente alla risoluzione mentre nelle forme di scoliosi idiopatiche più gravi si ricorre all'utilizzo di corsetti ortopedici correttivi. È comunque Importante eseguire anche esercizi fisici e ginnastica respiratoria per avere il massimo risultato.


Le scoliosi idiopatiche (causa sconosciuta) sono il gruppo più importante e cospicuo di tutte le scoliosi (88%) e colpiscono con prevalenza il sesso femminile. Le scoliosi congenite (dalla nascita) conseguono a malformazioni. La sindrome della scoliosi può interessare qualsiasi dei tre distretti della colonna vertebrale (dorsale, cervicale, lombare) con la formazione di una curva principale e sopra e sottostante ad essa due curve secondarie, inoltre avviene la rotazione del tratto vertebrale interessato dalla curvatura, deformità del torace (gibbo).

La malattia insorge ed evolve senza dolore ma bisogna fare attenzione ad evitarne un riscontro tardivo è per questo che bisogna fare attenzione alle diverse zone corporee quali:

  • Slivellamento del parallelismo delle spalle, le creste iliache, delle scapole;
  • Nelle bambine differenza di volume e livello delle mammelle;
  • Asimmetria dei triangoli della taglia;
  • Accenno o presenza di gibbo;
  • Incurvamento laterale del rachide.

Il trattamento fisioterapico indicato è: per ridurre il dolore e le tensioni muscolari, massoterapia e tecarterapia. Molto importante risulta la chinesiterapia. Negli atteggiamenti scoliotici la terapia consiste in ripetuti cicli di ginnastica e controlli posturali. Nelle scoliosi idiopatiche iniziali è sufficiente il trattamento di chinesiterapia.

Nelle scoliosi idiopatiche più gravi si ricorre all’applicazione di corsetti ortopedici correttivi. È bene sottolineare che gli esercizi muscolari hanno un valore notevole e quindi molto importante unire gli esercizi fisici e la ginnastica respiratoria.

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    Le scoliosi idiopatiche (causa sconosciuta) sono il gruppo più importante e cospicuo di tutte le scoliosi (88%) e colpiscono con prevalenza il sesso femminile. Le scoliosi congenite (dalla nascita) conseguono a malformazioni. La sindrome della scoliosi può interessare qualsiasi dei tre distretti della colonna vertebrale (dorsale, cervicale, lombare) con la formazione di una curva principale e sopra e sottostante ad essa due curve secondarie, inoltre avviene la rotazione del tratto vertebrale interessato dalla curvatura, deformità del torace (gibbo).


    La malattia insorge ed evolve senza dolore ma bisogna fare attenzione ad evitarne un riscontro tardivo è per questo che bisogna fare attenzione alle diverse zone corporee quali:


    Slivellamento del parallelismo delle spalle, le creste iliache, delle scapole;

    Nelle bambine differenza di volume e livello delle mammelle;

    Asimmetria dei triangoli della taglia;

    Accenno o presenza di gibbo;

    Incurvamento laterale del rachide.

    Il trattamento fisioterapico indicato è: per ridurre il dolore e le tensioni muscolari, massoterapia e tecarterapia. Molto importante risulta la chinesiterapia. Negli atteggiamenti scoliotici la terapia consiste in ripetuti cicli di ginnastica e controlli posturali. Nelle scoliosi idiopatiche iniziali è sufficiente il trattamento di chinesiterapia.


    Nelle scoliosi idiopatiche più gravi si ricorre all’applicazione di corsetti ortopedici correttivi. È bene sottolineare che gli esercizi muscolari hanno un valore notevole e quindi molto importante unire gli esercizi fisici e la ginnastica respiratoria.

  • Asimmetria dei triangoli della taglia;
  • Accenno o presenza di gibbo;
  • Incurvamento laterale del rachide.


Le scoliosi idiopatiche (causa sconosciuta) rappresentano l'88% di tutte le scoliosi. Viene colpito dalla patologia prevalentemente il sesso femminile. Le scoliosi congenite (dalla nascita) sono sempre dovute a malformazioni. La scoliosi può interessare sia la colonna cervicale che quella dorsale e lombare e si manifesta con la formazione di una curva principale e due curve secondarie, una sopra ed una sottostante accompagnate dalla rotazione del tratto vertebrale interessato dalla curvatura, deformità del torace denominata anche gibbo.

 

Il trattamento fisioterapico è indicato per ridurre il dolore e le tensioni muscolari. Il trattamento degli atteggiamenti scoliotici consiste in ripetuti cicli di ginnastica e controlli posturali. Nelle scoliosi idiopatiche in fase iniziale un trattamento di chinesiterapia potrebbe essere sufficiente alla risoluzione mentre nelle forme di scoliosi idiopatiche più gravi si ricorre all'utilizzo di corsetti ortopedici correttivi. È comunque importante eseguire anche esercizi fisici e ginnastica respiratoria per avere il massimo risultato.

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CIFOSI DELLA COLONNA

Con il termine cifosi si indica un’accentuazione della normale curvatura dorsale del rachide.

Esistono cifosi:

  • Posturali;
  • Congenite (dalla nascita);
  • Idiopatiche (causa sconosciuta);
  • Acquisite (traumi, infezioni, neoplasie, neuropatie, infiammazioni, distrofie ecc.).

Le cifosi non danno normalmente disturbi funzionali, ma se trascurate, possono comportare cervicalgie e dorsalgie.


Il principale sintomo è la presenza di una curva dorsale o gibbo che può manifestarsi a diversi livelli e può essere più o meno ampio.

  • Ernia

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    Altri sintomi sono:

    • Appiattimento in avanti del torace;
    • Prominenza posteriore delle scapole;
    • Proiezione della testa e delle spalle in avanti;
    • Rotazione anteriore delle pelvi;
    • Prominenza addominale e quindi iperlordosi di compenso

    Nelle cifosi in fase iniziale il trattamento consiste nella applicazione di corsetti che possono essere antigravitari, di tipo Boston o Chenou. Nei cifosi più gravi o in quelle trascurate si può ricorrere l’applicazione di corsetti correttivi gessati. Nelle forme veramente gravi, prevalentemente di origine congenita (cifosi superiori ai 50°-60°) può essere indicato il trattamento chirurgico.

Il sintomo principale è la presenza di un gibbo dorsale, più o meno ampio che può presentarsi a diversi livelli.

Altri sintomi sono:

  • Appiattimento in avanti del torace;
  • Prominenza posteriore delle scapole;
  • Proiezione della testa e delle spalle in avanti;
  • Rotazione anteriore delle pelvi;
  • Prominenza addominale e quindi iperlordosi di compenso.

Nelle cifosi iniziali il trattamento consiste nella applicazione di corsetti antigravitari o di corsetti tipo Boston o Chenou. Nei casi più gravi o trascurati può essere indicata l’applicazione di corsetti gessati correttivi. Nelle cifosi decisamente gravi, generalmente di origine congenita (cifosi superiori ai 50°-60°) si ricorre al trattamento chirurgico.

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    Il sintomo principale è la presenza di un gibbo dorsale, più o meno ampio che può presentarsi a diversi livelli.


    Altri sintomi sono:


    Appiattimento in avanti del torace;

    Prominenza posteriore delle scapole;

    Proiezione della testa e delle spalle in avanti;

    Rotazione anteriore delle pelvi;

    Prominenza addominale e quindi iperlordosi di compenso.

    Nelle cifosi iniziali il trattamento consiste nella applicazione di corsetti antigravitari o di corsetti tipo Boston o Chenou. Nei casi più gravi o trascurati può essere indicata l’applicazione di corsetti gessati correttivi. Nelle cifosi decisamente gravi, generalmente di origine congenita (cifosi superiori ai 50°-60°) si ricorre al trattamento chirurgico.

Altri sintomi sono:

  • Appiattimento in avanti del torace;
  • Prominenza posteriore delle scapole;
  • Proiezione della testa e delle spalle in avanti;
  • Rotazione anteriore delle pelvi;
  • Prominenza addominale e quindi iperlordosi di compenso.


Nelle cifosi in fase iniziale il trattamento consiste nell'applicazione di corsetti che possono essere antigravitari, di tipo Boston o Chenou. Nei cifosi più gravi o in quelle trascurate si può ricorrere l’applicazione di corsetti correttivi gessati. Nelle forme veramente gravi, prevalentemente di origine congenita (cifosi superiori ai 50°-60°) può essere indicato il

trattamento chirurgico.

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ERNIA

Nell'ernia il dolore periferico si irradia in corrispondenza della radice dei nervi interessati che sono L5 , S1 o entrambi. Se ad essere colpita è la radice nervosa L5 il dolore si irradia nella zona postero-esterna della coscia, laterale della gamba e dorsale del piede, fino a raggiungere l’alluce. Se è interessata la radice nervosa S1 il dolore si irradia nella zona posteriore della coscia, posteriore della gamba e plantare del piede, fino alle ultime due dita del piede. Quando sono interessatevi contemporaneamente entrambe le radici L5 e S1 dello stesso lato, l’irradiazione dolorosa interesserà contemporaneamente entrambe le zone.

Il dolore può essere accompagnato o sostituito da altri sintomi come le parestesie o formicolii, deficit motori o del tono muscolare ed alterazioni dei riflessi.

Il trattamento si compone di una terapia medica con antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc. affiancata dal riposo a letto e, nella fase acuta, da una accurata fisiochinesiterapia per la riduzione delle contratture muscolari e di conseguenza del sintomo doloroso.

ERNIA

  • Scoliosi

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Altri sintomi possono essere parestesie (formicolii), alterazioni dei riflessi, deficit del tono muscolare, deficit motori.

Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in una accurata fisiochinesiterapia: nella fase acuta si effettua un trattamento del sintomo doloroso  per la riduzione delle contratture muscolari. Terminata la fase acuta, è opportuno intraprendere un adeguato programma di chinesiterapia/rieducazione posturale per la stabilizzazione della colonna vertebrale.

Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento e consistono in asportazione dell’ernia attraverso intervento chirurgico o con erniectomia al microscopio operatorio.

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    Terminata la fase acuta, è importante intraprendere un programma di rieducazione posturale e/o chinesiterapia per la stabilizzazione della colonna vertebrale.


    Il trattamento chirurgico è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento ad ogni altro trattamento farmacologico e fisioterapico e consiste nell'asportazione dell’ernia con erniectomia al microscopio operatorio.

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Terminata la fase acuta, è importante intraprendere un programma di rieducazione posturale e/o chinesiterapia per la stabilizzazione della colonna vertebrale.

Il trattamento chirurgico è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento ad ogni altro trattamento farmacologico e fisioterapico e consiste nell'asportazione dell’ernia con erniectomia al microscopio operatorio.

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    Altri sintomi possono essere parestesie (formicolii), alterazioni dei riflessi, deficit del tono muscolare, deficit motori.


    Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in una accurata fisiochinesiterapia: nella fase acuta si effettua un trattamento del sintomo doloroso  per la riduzione delle contratture muscolari. Terminata la fase acuta, è opportuno intraprendere un adeguato programma di chinesiterapia/rieducazione posturale per la stabilizzazione della colonna vertebrale.


    Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento e consistono in asportazione dell’ernia attraverso intervento chirurgico o con erniectomia al microscopio operatorio.

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ernia del disco

L’ernia del disco colpisce prevalentemente gli uomini fra 35 e 50 anni, in conseguenza di una sollecitazione della colonna che può anche sembrare lieve, come alzarsi da una sedia o sollevare un peso. Il disco vertebrale maggiormente interessato è l'ultimo lombare e a volte può essere interessato il penultimo. (lombocruralgia).


L'interessamento di dischi vertebrali superiori è estremamente rara. La sintomatologia è caratterizzata da dolore in sede lombare di tipo spontaneo e trafittivo che aumenta alla pressione dei muscoli paravertebrali della zona del disco interessato. La contrattura muscolare comporta una rigidità del rachide lombare e che determinata una. limitazione di qualsiasi movimento del tronco.


Alla fine il dolore spontaneo diminuisce ma resta quello locale e quello irradiato all’arto inferiore

  • Ernia

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FRATTURE DORSO-LOMBARI

Le fratture dorso-lombari rappresentano l’80% di tutte le fratture vertebrali. La più colpita è la I vertebra lombare, seguita dalla XII vertebra dorsale e dalla II vertebra lombare. Il sesso maggiormente colpito è quello maschile, prevalentemente in età adulta, a causa di traumi indiretti che iperflettono il rachide come cadute sui piedi, gravi cadute dall'alto o cadute sulle antiche.

 

Al contrario in in età senile è il sesso femminile ad esserne particolarmente colpito. Le fratture sono, in questo caso, dovute alla rarefazione ossea per osteoporosi, specialmente delle vertebre dorsali.

 

Il quadro sintomatologico comprende dolore locale spontaneo ed alla pressione, rigidità del rachide lombare, contrattura muscolare e deformità (gibbo). Una volta guarita la frattura, è importante eseguire una terapia fisioterapica per ripristinare il tono muscolare e riprendere il controllo motorio del rachide. 

FRATTURE DORSO-LOMBARI

  • Scoliosi

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La sintomatologia consiste in dolore locale spontaneo ed alla pressione, rigidità del rachide lombare, contrattura muscolare e deformità (gibbo). Guarita la frattura, la terapia fisioterapica è importante per riprendere il tono della muscolatura e il controllo motorio del rachide.

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    La sintomatologia consiste in dolore locale spontaneo ed alla pressione, rigidità del rachide lombare, contrattura muscolare e deformità (gibbo). Guarita la frattura, la terapia fisioterapica è importante per riprendere il tono della muscolatura e il controllo motorio del rachide.

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FRATTURE CERVICALI

Si suddividono in:


  • Fratture dell’atlante, la prima vertebra cervicale, spesso causata da compressioni esercitate a livelli della testa. Il quadro sintomatologico comprende dolore, rigidità del capo e nevralgia nella zona del nervo occipitale;


  • Fratture dell’epistrofeo, la seconda vertebra cervicale, sono spesso associate ad una lussazione o sublussazione della prima vertebra e sono dovute ad una compressione e flessione anteriore del capo. I pazienti presentano dolore, rigidità del capo e nevralgia nella zona del nervo occipitale;
  • Ernia

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    • Le Fratture delle ultime cinque vertebre cervicali sono meno frequenti delle fratture dorso-lombari ma purtroppo possono avere più spesso complicazioni neurologiche. Sono la conseguenza di traumi con una brusca flessione e schiacciamento del rachide cervicale come, ad esempio, in caso di urto contro parabrezza, tuffi a capofitto su fondali bassi, caduta di pesi sul capo etc. Queste fratture possono anche determinare un restringimento del canale midollare. Il quadro sintomatologico consiste in un atteggiamento coatto del capo in flessione, dolore spontaneo che aumenta alla pressione e infine contrattura muscolare (torcicollo).


     Guarita la frattura è importante eseguire una terapia fisioterapica per riprendere il tono muscolare ed ilcontrollo motorio del rachide.

  • Fratture delle ultime cinque vertebre cervicali avvengono meno frequentemente delle fratture dorso-lombari ma di contro sono esposte più spesso a complicazioni neurologiche. Avvengono per traumi che tendono a flettere bruscamente e schiacciare il rachide cervicale (es. urto contro parabrezza, tuffi a capofitto su fondali bassi, caduta di gravi sul capo etc.), queste fratture possono anche determinare un restringimento del canale midollare. La sintomatologia consiste in un atteggiamento coatto del capo in flessione, dolore spontaneo che aumenta alla pressione e infine contrattura muscolare (torcicollo).

Guarita la frattura, la terapia fisioterapica è importante per riprendere il tono della muscolatura e il controllo motorio del rachide.

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    Fratture delle ultime cinque vertebre cervicali avvengono meno frequentemente delle fratture dorso-lombari ma di contro sono esposte più spesso a complicazioni neurologiche. Avvengono per traumi che tendono a flettere bruscamente e schiacciare il rachide cervicale (es. urto contro parabrezza, tuffi a capofitto su fondali bassi, caduta di gravi sul capo etc.), queste fratture possono anche determinare un restringimento del canale midollare. La sintomatologia consiste in un atteggiamento coatto del capo in flessione, dolore spontaneo che aumenta alla pressione e infine contrattura muscolare (torcicollo).

    Guarita la frattura, la terapia fisioterapica è importante per riprendere il tono della muscolatura e il controllo motorio del rachide.

  • Le Fratture delle ultime cinque vertebre cervicali sono meno frequenti delle fratture dorso-lombari ma purtroppo possono avere più spesso complicazioni neurologiche. Sono la conseguenza di traumi con una brusca flessione e schiacciamento del rachide cervicale come, ad esempio, in caso di urto contro parabrezza, tuffi a capofitto su fondali bassi, caduta di pesi sul capo etc. Queste fratture possono anche determinare un restringimento del canale midollare. Il quadro sintomatologico consiste in un atteggiamento coatto del capo in flessione, dolore spontaneo che aumenta alla pressione e infine contrattura muscolare (torcicollo).


 Guarita la frattura è importante eseguire una terapia fisioterapica per riprendere il tono muscolare e il controllo motorio del rachide.

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OSTEOPOROSI E CROLLI VERTEBRALI

L’osteoporosi è una patologia dello scheletro che causa un aumento della fragilità ossea e un rischio maggiore di fratture dovuto alla riduzione della massa ossea e alle alterazioni microstrutturali del tessuto osseo. In questa patologia le fratture delle vertebre sono da considerarsi quindi una “complicanza” e non una sua prima manifestazione.

 

Si distingue l’osteoporosi primitiva (post-menopausale, senile, idiopatica) e quella secondaria.

 

La prima è tipica del sesso femminile, ed è dovuta agli effetti negativi delle gravidanze e della menopausa sul metabolismo osseo, associato ad una maggiore aspettativa di vita, rispetto agli uomini che ritardano la manifestazione della patologia. L’osteoporosi secondaria causata da disordini metabolici, tossici o genetici si presenta invece prevalentemente nel sesso maschile.

OSTEOPOROSI E CROLLI VERTEBRALI

  • Scoliosi

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L’osteoporosi post-menopausale è anche detta di “tipo I”, compare tra i 50 ed i 70 anni e consiste nella perdita di osso e nell’assottigliamento delle trabecole che formano la spongiosa del tessuto osseo. Essa è responsabile degli schiacciamenti vertebrali, in particolare della regione dorso lombare e anche delle fratture dell’epifisi distale del radio (frattura di colles).

L’osteoporosi senile è anche detta di “tipo II” e colpisce generalmente dopo i 70 anni. In questi casi sono tipiche le fratture del bacino, del collo femorale e gli schiacciamenti vertebrali specie nella zona dorsale della colonna con progressiva cifotizzazione del paziente.

Il sintomo principale è il dolore che insorge anche dopo un semplice gesto come uno starnuto o alzarsi da una sedia etc.

Oggi l’osteoporosi è considerata una vera e propria malattia sociale, tra le più rilevanti per il sistema sanitario.

La terapia consiste nel far diminuire il tempo di allettamento del paziente, per ottenere un recupero funzionale il più veloce possibile e prevenire la deformità in cifosi della colonna, tipica di tale patologia. A tal fine è importante intraprendere un adeguato programma di chinesiterapia quando la situazione clinica del paziente lo consente. I traumi vertebrali consolidano in 3 mesi circa con sintomatologia dolorosa presente per i primi 30-40 giorni. Acquista notevole importanza l’utilizzo di corsetti ortopedici. 

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    L’osteoporosi post-menopausale detta anche di “tipo I”, si presenta tra i 50 ed i 70 anni con un assotigliamento delle trabecole della spongiosa del tessuto osseo ed in generale nella perdita di osso. Sono tipiche di questa forma gli schiacciamenti vertebrali, in particolare della regione dorso lombare e le fratture dell’epifisi distale del radio (frattura di colles) L’osteoporosi senile detta anche di “tipo II”, colpisce generalmente dopo i 70 anni. Tipiche di questa forma della patologia sono gli schiacciamenti vertebrali spesso della zona dorsale della colonna con progressiva cifotizzazione del paziente e


    le fratture del bacino e del collo femorale. 


    Il quadro intomatoligico principale è dato dal dolore in risposta a semplici gesto come uno starnuto o alzarsi da una sedia. 


     I traumi vertebrali guariscono in 3 mesi circa e sono accompagnati dalla sintomatologia dolorosa per i primi 30-40 giorni. 


    Per ottenere un veloce recupero funzionale e prevenire la deformità in cifosi della colonna si cerca di diminuire il più possibile il tempo di allettamento del paziente per cui si esegue, se le condizioni del paziente li permettono, un adeguato programma di chinesiterapia. I pazienti trovano poi giovamento dall’utilizzo di corsetti ortopedici.


    Oggi l’osteoporosi è considerata una vera e propria malattia sociale, tra le più rilevanti per il sistema sanitario.

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L’osteoporosi post-menopausale detta anche di “tipo I”, si presenta tra i 50 ed i 70 anni con un assotigliamento delle trabecole della spongiosa del tessuto osseo ed in generale nella perdita di osso. Sono tipiche di questa forma gli schiacciamenti vertebrali, in particolare della regione dorso lombare e le fratture dell’epifisi distale del radio (frattura di colles) L’osteoporosi senile detta anche di “tipo II”, colpisce generalmente dopo i 70 anni. Tipiche di questa forma della patologia sono gli schiacciamenti vertebrali spesso della zona dorsale della colonna con progressiva cifotizzazione del paziente e

le fratture del bacino e del collo femorale.

 

Il quadro sintomatoligico principale è dato dal dolore in risposta a semplici gesti come uno starnuto o alzarsi da una sedia.

 

I traumi vertebrali guariscono in 3 mesi circa e sono accompagnati dalla sintomatologia dolorosa per i primi 30-40 giorni.

Per ottenere un veloce recupero funzionale e prevenire la deformità in cifosi della colonna si cerca di diminuire il più possibile il tempo di allettamento del paziente per cui si esegue, se le condizioni del paziente lo permettono, un adeguato programma di chinesiterapia. I pazienti trovano poi giovamento dall'utilizzo di corsetti ortopedici.

Oggi l’osteoporosi è considerata una vera e propria malattia sociale, tra le più rilevanti per il sistema sanitario.

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    L’osteoporosi post-menopausale è anche detta di “tipo I”, compare tra i 50 ed i 70 anni e consiste nella perdita di osso e nell’assottigliamento delle trabecole che formano la spongiosa del tessuto osseo. Essa è responsabile degli schiacciamenti vertebrali, in particolare della regione dorso lombare e anche delle fratture dell’epifisi distale del radio (frattura di colles).


    L’osteoporosi senile è anche detta di “tipo II” e colpisce generalmente dopo i 70 anni. In questi casi sono tipiche le fratture del bacino, del collo femorale e gli schiacciamenti vertebrali specie nella zona dorsale della colonna con progressiva cifotizzazione del paziente.


    Il sintomo principale è il dolore che insorge anche dopo un semplice gesto come uno starnuto o alzarsi da una sedia etc.


    Oggi l’osteoporosi è considerata una vera e propria malattia sociale, tra le più rilevanti per il sistema sanitario.


    La terapia consiste nel far diminuire il tempo di allettamento del paziente, per ottenere un recupero funzionale il più veloce possibile e prevenire la deformità in cifosi della colonna, tipica di tale patologia. A tal fine è importante intraprendere un adeguato programma di chinesiterapia quando la situazione clinica del paziente lo consente. I traumi vertebrali consolidano in 3 mesi circa con sintomatologia dolorosa presente per i primi 30-40 giorni. Acquista notevole importanza l’utilizzo di corsetti ortopedici. 

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CERVICALGIA

Secondo per interessamento medico solo al dolore lombare, quello cervicale, che va trattato in breve tempo ed in modo efficace senza sottovalutarne i sintomi. La patologia si presenta con una sintomatologia più lieve e meno invalidante nei soggetti con meno di 30 anni nei quali gli episodi dolorosi possono durare dai 2 ai 5 giorni. Nelle persone più anziane invece la sintomatologia dolorosa è più importante e ha una maggiore durata. Il trattamento della cervicale dipende in maniera diretta dal tipo di alterazioni locali che l'hanno causata.


È quindi molto importante la sede esatta del dolore che può anche permettere, a volte, di fare una diagnosi di localizzazione.

L’obiettivo principale che ci mettiamo quando prendiamo in considerazione il problema dei dolori alla colonna vertebrale è quello della prevenzione. La colonna vertebrale è una struttura assai complessa al contempo robusta e delicata che dobbiamo utilizzare in modo corretto tutti i giorni durante tutte le attività della giornata perché la prevenzione rappresenta la prima cura della cervicale

  • Ernia

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    Le principali manifestazioni possono essere:


    • Crisi di torcicollo: molto frequenti tra i 20 e i 30 anni con una durata media di 3 giorni. Il torcicollo può manifestarsi in soggetti con lassità articolare o essere determinato semplicemente dal freddo. In questo caso si consiglia calore locale, riposo e antinfiammatorio. Nel primo caso invece è possibile ottenere buoni risultati con delle trazioni;
    • Spondiloartrosi cervicale: è una manifestazione dei dolori cervicali quasi sempre associata a cefalee e vertigini. Più frequente a partire dai 45 anni rappresenta la principale manifestazione del dolore cervicale intorno ai 70 anni. Una delle sue principali complicanze è la cervicobrachialgia: molto dolorosa soprattutto la notte per la compressione delle zona della radice nervosa interessata, a cui si accompagnano parestesie e alterazioni di riflessi;
    • Iperostosi anchilosante: è una frequente alterazione della regione cervicale dai 60 anni in poi. Si manifesta spesso in modo silente con una forte limitazione della motilità cervicale in tutte le direzioni;
    • Artropatia dell’atlante e dell’epistrofeo: è un' alterazione abbastanza rara. Determina una limitazione della rotazione prodotta dalla sindrome dolorosa sottoccipitale dovuta all'artrosi. 

     Per ciascuno di questi casi è necessario seguire un iter terapeutico specifico su come trattate la cervicale e la sua sintomatologia

In ogni caso, l’obiettivo principale nel diffusissimo problema dei dolori alla colonna vertebrale deve essere quello della prevenzione. La nostra colonna è una struttura assai complessa e robusta ma comunque delicata. È quindi compito di tutti noi utilizzarla in modo corretto tutti i giorni e durante tutta la giornata: la prevenzione di fatto rappresenta la prima risposta cu come curare la cervicale

Le principali manifestazioni possono essere:

• Crisi di torcicollo: che sono molto frequenti nei soggetti tra i 20 e i 30 anni con durata molto breve (3 giorni). Il torcicollo può interessare soggetti aventi lassità articolare oppure essere semplicemente determinato dal freddo. Per il torcicollo da freddo si consiglia calore locale, riposo e antinfiammatorio. Per quanto riguarda il torcicollo da lassità articolare si può ottenere un buon risultato con delle trazioni;

• Spondiloartrosi cervicale: è il caso in cui viene attribuito la maggior parte dei dolori cervicali con associazione di cefalee e vertigini. Tale alterazione è più frequente intorno ai 45 anni e raggiunge il suo picco massimo aumentando di frequenza e intensità intorno ai 70 anni di età. Una delle principali complicanze della spondiloartrosi cervicale è la cervicobrachialgia che risulta molto dolorosa specialmente durante la notte nelle zona della radice nervosa interessata, a cui si accompagnano parestesie e alterazioni di riflessi;

• Iperostosi anchilosante: è un’alterazione frequente della regione cervicale nelle persone di età superiore ai 60 anni. Spesso è silente insorgendo con una forte limitazione della motilità cervicale in tutte le direzioni;

• Artropatia dell’atlante e dell’epistrofeo: tale alterazione non è molto frequente. Di origine artrosica determina una limitazione della rotazione prodotta dalla sindrome dolorosa sottoccipitale.

Per ciacuno di questi casi possono è necessario seguire un iter terapeutico specifico su come trattate la cervicale e la sua sintomatologia


  • COME CURARE LA CERVICALE

    Diverse sono le tecniche e metodiche che trovano indicazioni nella cura della cervicale fra cui la massoterapia, la tecarterapia, trazioni cervicali, la terapia manuale e la chinesiterapia.


    Il dolore al cervicale può poi essere dovuto a patologie che non riguardano direttamente il rachide ma che sono a carico di organi come:


    • Cerebropatie;

    • Patologie delle articolazioni temporomandibolare e sternoclavicolare;

    • Cardiopatie;

    • Ernia iatale.


    o dipendere da patologie sistemiche di tipo reumatologico:


    • Malattia di Paget;

    • Artrite reumatoide:

    • Spondiliti infettive;

    • Metastasi;

    • Artrite psoriasica;

    • Infezioni faringee.

    In enttrambi i casi la soluzione della sintomatologia dolorosa cervicale dipende dalla risoluzione della patologia che l'ha determinata

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    In ogni caso, l’obiettivo principale nel diffusissimo problema dei dolori alla colonna vertebrale deve essere quello della prevenzione. La nostra colonna è una struttura assai complessa e robusta ma comunque delicata. È quindi compito di tutti noi utilizzarla in modo corretto tutti i giorni e durante tutta la giornata: la prevenzione di fatto rappresenta la prima risposta cu come curare la cervicale


    Le principali manifestazioni possono essere:


    • Crisi di torcicollo: che sono molto frequenti nei soggetti tra i 20 e i 30 anni con durata molto breve (3 giorni). Il torcicollo può interessare soggetti aventi lassità articolare oppure essere semplicemente determinato dal freddo. Per il torcicollo da freddo si consiglia calore locale, riposo e antinfiammatorio. Per quanto riguarda il torcicollo da lassità articolare si può ottenere un buon risultato con delle trazioni;


    • Spondiloartrosi cervicale: è il caso in cui viene attribuito la maggior parte dei dolori cervicali con associazione di cefalee e vertigini. Tale alterazione è più frequente intorno ai 45 anni e raggiunge il suo picco massimo aumentando di frequenza e intensità intorno ai 70 anni di età. Una delle principali complicanze della spondiloartrosi cervicale è la cervicobrachialgia che risulta molto dolorosa specialmente durante la notte nelle zona della radice nervosa interessata, a cui si accompagnano parestesie e alterazioni di riflessi;


    • Iperostosi anchilosante: è un’alterazione frequente della regione cervicale nelle persone di età superiore ai 60 anni. Spesso è silente insorgendo con una forte limitazione della motilità cervicale in tutte le direzioni;


    • Artropatia dell’atlante e dell’epistrofeo: tale alterazione non è molto frequente. Di origine artrosica determina una limitazione della rotazione prodotta dalla sindrome dolorosa sottoccipitale.


    Per ciacuno di questi casi possono è necessario seguire un iter terapeutico specifico su come trattate la cervicale e la sua sintomatologia



Le principali manifestazioni possono essere:

  • Crisi di torcicollo: molto frequenti tra i 20 e i 30 anni con una durata media di 3 giorni. Il torcicollo può manifestarsi in soggetti con lassità articolare o essere determinato semplicemente dal freddo. In questo caso si consiglia calore locale, riposo e antinfiammatorio. Nel primo caso invece è possibile ottenere buoni risultati con delle trazioni;
  • Spondiloartrosi cervicale: è una manifestazione dei dolori cervicali quasi sempre associata a cefalee e vertigini. Più frequente a partire dai 45 anni rappresenta la principale manifestazione del dolore cervicale intorno ai 70 anni. Una delle sue principali complicanze è la cervicobrachialgia: molto dolorosa soprattutto la notte per la compressione delle zone della radice nervosa interessata, a cui si accompagnano parestesie e alterazioni di riflessi;
  • Iperostosi anchilosante: è una frequente alterazione della regione cervicale dai 60 anni in poi. Si manifesta spesso in modo silente con una forte limitazione della motilità cervicale in tutte le direzioni;
  • Artropatia dell’atlante e dell’epistrofeo: è un' alterazione abbastanza rara. Determina una limitazione della rotazione prodotta dalla sindrome dolorosa sottoccipitale dovuta all'artrosi.

 Per ciascuno di questi casi è necessario seguire un iter terapeutico specifico su come trattate la cervicale e la sua sintomatologia

  • COME CURARE LA CERVICALE

    Diverse sono le tecniche e metodiche che trovano indicazioni nella cura della cervicale fra cui la massoterapia, la tecarterapia, trazioni cervicali, la terapia manuale e la chinesiterapia.


    Il dolore al cervicale può poi essere dovuto a patologie che non riguardano direttamente il rachide ma che sono a carico di organi come:


    • Cerebropatie;

    • Patologie delle articolazioni temporomandibolare e sternoclavicolare;

    • Cardiopatie;

    • Ernia iatale.


    o dipendere da patologie sistemiche di tipo reumatologico:


    • Malattia di Paget;

    • Artrite reumatoide:

    • Spondiliti infettive;

    • Metastasi;

    • Artrite psoriasica;

    • Infezioni faringee.


    In enttrambi i casi la soluzione della sintomatologia dolorosa cervicale dipende dalla risoluzione della patologia che l'ha determinata

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LOMBOSCIATALGIA

La lombosciatalgia è una sindrome dolorosa che si irradia all'arto inferiore a partire dalla zona lombosacrale lungo l'area innervata del nervo sciatico.


È espressione di molte affezioni che possono determinare una sofferenza radicolare: 

L’ernia discale;

L’artrosi;

Anomalie congenite del rachide;

Tumori;

Infiammazioni.


Il trattamento consiste nella terapia medica con antinfiammatori, antidolorifici e miorilassanti coadiuvati dal riposo a letto nel riposo a letto, e da un’ accurata fisiochinesiterapia.


Il trattamento chirurgico è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento medico e fisioterapico.

LOMBOSCIATALGIA

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Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in un’ accurata fisiochinesiterapia.

Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.

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    Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in un’ accurata fisiochinesiterapia.


    Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.

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Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in un’ accurata fisiochinesiterapia.

Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.

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    Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in un’ accurata fisiochinesiterapia.


    Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.

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LOMBOCRURALGIA

La lombocruralgia è una sindrome che oltre alle strutture discolegamentose del rachide lombare, interessa anche le radici che danno origine al nervo crurale (L3 e L4). Il dolore comincia dalla regione lombare e si estende verso la regione inguinale ed il ginocchio, lungo la zona di distribuzione del nervo crurale.

Questa patologia è dovuta il più delle volte a ernia del disco interposto tra III e IV vertebra lombare e quindi sofferenza della radice L4.

  • Ernia

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I sintomi più noti sono: dolore, rigidità e contrattura della colonna vertebrale lombare, irradiazione dolorosa all’inguine, ginocchio e la parte antero-interna della coscia e deficit del quadricipite.

Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in una accurata fisiochinesiterapia.  Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.


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    I sintomi più noti sono: dolore, rigidità e contrattura della colonna vertebrale lombare, irradiazione dolorosa all’inguine, ginocchio e la parte antero-interna della coscia e deficit del quadricipite.


    Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in una accurata fisiochinesiterapia.  Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.



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I sintomi più noti sono: dolore, rigidità e contrattura della colonna vertebrale lombare, irradiazione dolorosa all'inguine, ginocchio e la parte antero-interna della coscia e deficit del quadricipite.

Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in una accurata fisiochinesiterapia.  Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.


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    I sintomi più noti sono: dolore, rigidità e contrattura della colonna vertebrale lombare, irradiazione dolorosa all’inguine, ginocchio e la parte antero-interna della coscia e deficit del quadricipite.


    Il trattamento consiste nel riposo a letto, nella terapia medica (antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti, etc.), in una accurata fisiochinesiterapia.  Il trattamento cruento è limitato a forme fortemente dolorose che resistono al trattamento incruento.



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SPONDIDOLISI E SPONDILOLISTESI

La spondilolisi colpisce la V vertebra lombare per il 70-80% dei casi, ed è spesso seguita da spondilolistesi. La spondilolisi decorre in maniera asintomatica, rendendosi tardivamente passiva nell’adulto lombalgico. Alcune volte invece, si manifesta con lombalgie recidivanti (spesso secondarie a sollecitazioni come giochi, tuffi ed esercizi fisici) accompagnate da limitazione articolare.

La spondilolistesi si verifica quando la vertebra lombare non è più unita, e scivola anteriormente e in basso sulla vertebra sottostante. Il fenomeno è alle volte acuto mentre altre volte graduale e si esprime con sintomi di lombalgia o lombosciatalgia.

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